“Così-Sancta”, un racconto filosofico di Voltaire

Racconti filosofici. “Contes philosophiques”. Narrativa e filosofia. “Candido o l’ottimismo”, non solo “Candido”; “Zadig o il destino” e non “Zadig” e basta; “Così-Sancta ovvero un piccolo male per un grande bene – Novella africana”, non solo “Così-Sancta” e così via: ogni novella di Voltaire presenta già nel titolo un dualismo che ben rappresenta il contrasto di idee, la differenza di posizioni in essa enunciate. E’ lo specchio della sua vis polemica al servizio della ragione, della tolleranza, del buon senso e del vivere civile in contrapposizione a fanatismi, ignoranza, facili ottimismi. Voltaire (anagramma di ArouetLj, Francoise-Marie Arouet il giovane), figlio emerito della sua epoca, è un critico della vecchia metafisica seicentesca (Leibniz è tra i suoi bersagli preferiti) a cui oppone le ricette basate sull’empirismo di Locke e sulla meccanica di Newton. Applicando la critica della ragione ad ogni ambito conoscitivo, spezza le catene della visione provvidenzialistica che circonda l’uomo fondando una sua teologia, il “teismo” (meglio che “deismo”, nome che egli in realtà detestava), basato sull’esistenza di un Essere superiore che tutto muove e su una religione senza culti, intermediari e oscurantismi. Grande sostenitore del sistema di sviluppo borghese e mercantile di Inghilterra e Olanda e del laicismo dello stato che permette la libertà religiosa e la pacifica convivenza tra le diverse confessioni, vede nella ricerca scientifica un’arma di progresso per la comunità, anticipando molto del positivismo ottocentesco. Nei racconti filosofici la vena satirica e corrosiva di V. nei confronti della società francese dell’ ancien regime si dispiega al meglio permettendo alla trattazione filosofico-saggistica di divagare dall’aneddoto al fantastico senza mai perdere di vista l’obiettivo etico-pedagogico di chi non crede, in contrapposizione al giansenismo pascaliano, che l’animo umano sia irrimediabilmente corrotto e incline al male per causa di forza maggiore (il peccato originale) ma che sia frutto di un insieme di bene e male, bassezze e cose eccelse e capace di farsi artefice del proprio destino. Cifra comune ai racconti del filosofo di Ferney è una dimensione sia frivola, leggera sia profonda e razionale che si riverbera in uno stile gioioso, fantasioso (fuori dal tempo e collocato in uno spazio lontanissimo come l’ambientazione dell’ Estremo Oriente di molte storie) utilizzato per spiegare con semplicità e gradevolezza temi complessi e poco accessibili ai “non-addetti ai lavori”. Qui proponiamo la lettura di “Così-Sancta”.

IL RACCONTO

Scritta tra il 1714 e il 1716 la novella apparì postuma solo nel 1784. Il pretesto è la storia, riportata da S.Agostino, di una donna cristiana che concesse i suoi favori a un uomo ricco e potente per ottenere salva la vita del proprio marito condannato a morte. La vicenda pose Agostino di Ippona di fronte al dilemma tra il concetto di Bene e di Male e di come sia spesso difficile separare in modo netto i due campi. Voltaire amplifica i fatti introducendo ben tre amanti diversi trasformando così il racconto in una novella libertina che si burla della morale leibniziana sfumando i confini lecito-illecito, bene-male, vizio-virtù. Il tono è irriverente e sarcastico, taglientemente affilato nonostante il racconto sia dei meno noti e appartenente al periodo giovanile dell’autore di Ferney.

Nella diocesi di S.Agostino, sotto il proconsolato di Settimio Acindino (episodio narrato nel “De sermone Domini in monte”, lib. I cap. 16), un oracolo predice all’avvenente fanciulla Così-Sancta, figlia di giansenisti e perciò rigidamente educata secondo i più stringenti princìpi della virtù, e da poco fidanzata con l’anziano consigliere al tribunale di Ippona, tale Capito, che compirà ben tre infedeltà al proprio futuro marito. Al ballo di nozze Così-Sancta conosce e si innamora fulmineamente del giovane Ribaldos. La relazione, scoperta da Capito, porta alla bastonatura a morte del giovane che tentava di introdursi in casa della coppia travestito da frate dopo esser stato costretto a più di un’imprudenza per i di lei dinieghi. Ironia della sorte, Ribaldos è parente del proconsole Acindino che apre subito un’inchiesta per punire il colpevole con la condanna a morte. Di fronte alla minaccia di questi di far eseguire la sentenza, Così-Sancta sacrifica onore e princìpi morali per salvare il marito e si concede al proconsole per una notte. Quello stesso giorno il figlio di Capito e Così-Sancta si ammala gravemente di una strana malattia che costringe la donna, accompagnata dal fratello, a cercare un dottore nel vicino paese. Sorpresi lungo la strada dai briganti che le avrebbero ucciso il fratello, Così-Sancta si concede per la seconda volta al loro capo al fine di aver salva la vita sua e del parente. Arrivati dal medico questi si offre di guarire il bambino solo se sarà pagato in natura dalla bella madre, la quale, come da profezia dell’oracolo, sarà costretta per la terza volta a tradire il proprio consorte. Così finisce il racconto (notare l’ironia che pervade la narrazione e il ribaltamento del modello virtuoso di donna e di “martire”):

“(…) Ritornò a Ippona con il fratello, che non smetteva di ringraziarla, per tutto il viaggio, del coraggio col quale gli aveva salvato la vita. Così Così-Sancta, per essere stata troppo saggia, fece uccidere il suo spasimante e condannare a morte suo marito, e per essere stata compiacente, serbò i giorni a suo fratello, a suo figlio e a suo marito. Fu trovato che una simile donna fosse assolutamente necessaria in una famiglia, fu canonizzata dopo la morte per avere fatto tanto bene ai suoi parenti mortificandosi, e fu inciso sulla sua tomba:

UN PICCOLO MALE PER UN GRANDE BENE “.

Bene (sommo bene)  dal “Dizionario filosofico” di Voltaire

Gli antichi han discusso molto sul sommo bene. Tanto valeva chiedersi cos’è il sommo blu, o il sommo intingolo, il sommo camminare, il sommo leggere, ecc. (..) Il sommo bene è quello che vi diletta con tanta forza da mettervi nella totale impossibilità di sentire altro; come il male peggiore è quello che finisce col privarci di qualsiasi sentimento. Ecco i due estremi della natura umana, e questi due momenti sono brevi. Non esistono né estreme delizie né estremi tormenti che possano durare tutta la vita: il sommo bene e il sommo male sono chimere.

 

In alto, stampa antica con veduta di Ferney, il castello-ritiro in cui Voltaire visse gli ultimi vent’anni della sua vita.

 

Pot-pourri e altri racconti – Voltaire, cura L. Bianchi – Feltrinelli 2017 – 272 pag. – 9,50 €

Così-Sancta, Il sogno di Platone e Avventura indiana – Voltaire, cura S. Piscopo – youcanprint 2016 – 44 pag. – 6,00 €

Dizionario filosofico – Voltaire, traduz. M. Binazzi – Garzanti 2006 – XXVII-368 pag. – 13,50 €

Autore: ilprismadinewton

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